Il testamento olografo, manoscritto redatto in ogni sua parte dal testatore (art.602cc), riguarda le ultime volontà del de cuius, che possono consistere in una donazione di tutti o parte dei suoi averi, ma anche in disposizioni sulla modalità di amministrare i propri patrimoni successivamente alla sua morte o indicare agli eredi la condotta morale da seguire, divenendo talvolta un atto molto complesso.
Questa forma testamentaria, nonostante il progresso tecnologico e la presenza di altri strumenti negoziali che potrebbero risultare più adeguati alla trasmissione della ricchezza intergenerazionale, continua ad esistere e a risultare l’accertamento tecnico maggiormente richiesto ai Grafologi Forensi. Infatti, il testatore, dal personaggio pubblico al semplice cittadino, preferisce ancora oggi scrivere su un foglio di carta in modo personale le sue ultime volontà e i suoi ultimi pensieri, conferendo a questo atto, dalla natura intima, un valore e un significato solenne ed inviolabile.
Tuttavia, la modalità di scrivere un testamento può variare e realizzarsi secondo molteplici forme, può avvenire in più momenti, in modo chiaro e con accuratezza, oppure può essere redatto impulsivamente, anche a seguito di una lite con familiari o in condizioni di peggioramento fisico in un letto d’ospedale. Pertanto, l’approccio tecnico del perito al testamento olografo deve avvenire tenendo conto della natura di tale atto e di ciò che ne consegue da un punto di vista grafico, ma non solo; proprio per la modalità con cui si attua tale scrittura, nell’indagine peritale assume un ruolo importante l’analisi degli aspetti lessicali e ortografici, grafici ed extra grafici ancor prima che grafologici, indagine che volge alla ricerca di coerenza tra il manoscritto e la vita di chi lo ha redatto.
Il prodotto grafico espresso nella scheda testamentaria dovrà, infatti, risultare consono alla storia e alla bibliografia del de cuius, nonché all’anamnesi del suo stato di salute nel momento in cui lo ha scritto: se la grafia del testamento risultasse conforme a tutte le comparative, ma incompatibile con le informazioni del quadro clinico all’atto della stesura dello stesso, si potrebbe ipotizzare la presenza di interpolazioni da parte di terzi. Tenendo presente, inoltre, che la stesura di un testamento olografo avviene solitamente in età avanzata, sarà importante valutare e riconoscere anche i segni naturali dell’invecchiamento della scrittura, seppur tale fenomenologia non segue un iter standard, ma viene influenzata da vari fattori tra cui lo stile di vita, l’abitudine a scrivere, l’invecchiamento delle capacità cognitive e motorie e, non per ultimo, lo stato emotivo del momento.
Tra i primi passaggi da effettuare nell’analisi del testamento olografo, prima ancora di iniziare ad espletare i confronti con le scritture autografe, sarà , dunque, importante rilevare i requisiti di naturalezza e spontaneità della grafia in conformità allo stato psico-fisico del testatore nel momento in cui è stato redatto il testamento. Per molteplici motivi, quindi, la verifica della scheda testamentaria richiede una valutazione ad ampio spettro, cercando sempre la coerenza tra il contenuto, la scrittura, le scritture comparative e i fatti accaduti. Solo operando con grande attenzione e valutando l’insieme degli elementi sopra descritti, si potrà apportare un contributo alla verità.
Federica FENZL – Grafologa Forense per “HERES anno 2024 numero 2”